Per l’ Ugo il Crodino è solo una scusa

Appena entrato al Bar appoggiato al bancone noto subito l’Ugo, quello con gli occhi grandi e mobili sulla vertiginosa scollatura della Bea oggi particolarmente agile e scattante nel passare dalla macchina del caffè nell’angolo alla mia sinistra, alla vetrina dei gelati posa dalla parte opposta.

Per fortuna si muove sulla pedana che la alza di quel tanto che basta per far modo che l’Ugo non riesca a sbirciare sotto il girocollo ma lo conosco bene, quello è un bel volpone e non si arrende, prima di uscire dal locale deve raggiungere il suo obbiettivo, beve in tutta fretta il suo bianchino poi ordina un Crodino.
Ma che gusti ha quel volpino che passa da un 13 gradi ad un analcolico? Non è questione di palato, la bevanda chiesta alla Bea si trova ubicata nei frigoriferi sotto il piano, per servirla, la barista è costretta a chinarsi su se stessa proprio davanti a lui mostrandogli ingenuamente i meravigliosi balconi, inoltre, con quei jeans a vita bassa sai che fantasie si fa l’Ugo.

Riesco con un finto starnuto ad attirare l’attenzione della mia amica e con un gesto inequivocabile la metto in guardia dall’attacco del cliente che ha davanti, fra di noi c’è intesa, fra di noi basta una strizzatina d’occhio, un gesto rapido per intenderci ed è così che all’occasione posso tranquillamente sostituirla, per stappare un Crodino non ci vuole la licenza.
Con molta discrezione la Bea si dirige verso i servizi privati, capisco che mi tocca servire il Crodino al guardone che non si accorge di nulla perché proprio in quel momento esce dalla toilette maschile un ragazzino dall’apparente età di 10 o 11 anni e chiama ‘Papà, mi fa ancora male la pancia’. Era il figliolo dell’Ugo ed aveva occupato il WC per più di una decina di minuti, ben prima che varcassi la soglia del Bar.
La storia continua nella prossima puntata, per ora Ecco la prima serie di previsioni che abbiamo confezionato dopo il turno al Bar.